Economia e felicità sostenibili

Febbraio 13, 2013 Categoria:

La sottrazione che moltiplica: dal volontariato al microcredito

Il 5 febbraio, presso il Leone XIII, si è tenuto un interessante incontro dei “Martedì del Leone” sul tema La spiritualità dei Gesuiti e il denaro.

E’  intervenuto il prof. Leonardo Becchetti, docente di Economia politica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Presidente nazionale di CVX-LMS.

Alla serata era presente anche la nostra studentessa Daria Pasqualone, di V Scientifico A, che ci ha gentilmente inviato una sintesi del contributo del prof. Becchetti, che Vi proponiamo.

Così come la spiritualità ignaziana, anche l’economia segue il metodo scientifico, diviso in osservazione del problema, analisi delle cause e proposta di un obiettivo. Il gioco sta nello stabilire come queste due realtà si influenzino a vicenda, ossia come si possano conciliare Gesuiti e denaro.

Il prof. Becchetti al Leone XIII

Il prof. Becchetti al Leone XIII

L’opera di carità ignaziana è in realtà un volontariato “attivo” che non consiste in un semplice aiuto economico dettato dalla compassione, ma in un amore come lo intendeva il teologo e cardinale francese Jean Daniélou: “Se ami qualcuno, chiedigli qualcosa in cambio”. Ciò significa che l’aiuto di uno verso un altro deve permettere a quest’ultimo di poter arrivare ad avere pari dignità del primo.

In ambito economico ciò si traduce in un’analisi delle cause della crisi e nella successiva ricerca di una soluzione. Le cause non possono essere ricercate soltanto in ambito economico perché questo darebbe un dato insufficiente a giudicare la situazione: già Kennedy nel 1968 affermava che il PIL “misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”. Un progetto per misurare il benessere equo e sostenibile ha mostrato come vi siano dodici dimensioni di benessere non economico sulle quali le persone contano maggiormente. La felicità ed il reddito, quindi, non vanno di pari passo. Partendo da questo presupposto, l’idea è quella di sviluppare iniziative che portino cambiamenti nella società, in modo da rendere economia e felicità sostenibili.

Qui interviene l’influenza della spiritualità ignaziana: così come un uomo può aiutare un altro a risollevarsi, allo stesso modo ogni cittadino può (e deve) avere il potere sul mercato. La scelta del singolo riguardo ad un determinato acquisto è capace di incidere dal basso sul sistema economico: porre attenzione non solo al prezzo di un prodotto ma anche alla sua sostenibilità fa sì che si possa andare a creare un effetto imitativo anche nelle grandi aziende. Il cosiddetto “voto col portafoglio”, con il quale si premiano le aziende che sono all’avanguardia nella creazione di valore sociale, ambientale ed economic0, non è altruismo, ma un auto-interesse: è il primo passo verso un commercio equo-solidale che parte dal cittadino ed al cittadino ritorna. L’opzione preferenziale per gli ultimi non è altro che la legge della globalizzazione: aiutare gli ultimi aiuta anche noi.

Questo concetto dovrebbe essere applicato anche nell’aiuto finanziario alle piccole aziende o ai singoli che vogliono iniziare un’attività: favorire i microcrediti è un altro aspetto dell’aiuto verso il prossimo che non è compatire ma dare un’occasione.

Fare qualcosa in più per un’altra persona, in ambito lavorativo, economico, religioso o familiare è comunque un fare fecondo: la fiducia dovrebbe essere il collante di tutti i rapporti negli ambiti precedentemente citati, anche se in alcuni ciò è più difficile che in altri.

 

Daria Pasqualone, V Scientifico A