Un giardino per Giuseppe Lazzati

Giugno 19, 2013 Categoria:

Sabato 22 giugno alle ore 11 il giardino antistante l’Istituto Leone XIII sarà intitolato a

GIUSEPPE LAZZATI    (1909 – 1986)

UMANISTA – PADRE COSTITUENTE

La cerimonia sarà presieduta dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris.

Alle 10, prima della cerimonia comunale, sarà celebrata una Santa Messa nella chiesa del Leone XIII

Giuseppe Lazzati e papa Giovanni Paolo II nel 1983 in occasione della visita del papa all'Università Cattolica di Roma

Giuseppe Lazzati e papa Giovanni Paolo II nel 1983 in occasione della visita del papa all’Università Cattolica di Roma

Il giardino è attiguo a Via Leone XIII e Piazza Giovanni XXIII, due figure ben care a Giuseppe Lazzati. La titolazione fa riferimento sia al suo umanesimo, incentrato sul desiderio di verità e sull’impegno per la giustizia, vissuti nella Fede, sia al ruolo da lui svolto in ambito politico durante l’Assemblea Costituente e la prima Legislatura (1946-1953). Il caso ha voluto che il giardino di cui si fa menzione sia proprio vicino a Via Ippolito Nievo, dove Giuseppe Lazzati abitava, alla chiesa dell’Istituto Leone XIII, dove si recava ogni mattina per la S. Messa, e alla fermata del tram 19 (ora fermata tram 27), suo abituale mezzo per recarsi in Università Cattolica, di cui fu docente di Letteratura cristiana antica dal 1934 e Rettore per quindici anni, fino al 1983.

 
Generoso animatore in attività socio-educative e di formazione culturale e religiosa fin dagli anni giovanili, si dedicava con passione e intensità a dare vita, con l’assenso e l’incoraggiamento dell’allora arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster, a un nuovo istituto di laici consacrati, i «Milites Christi». Il sodalizio è tuttora rappresentato dall’«Istituto Secolare Cristo Re», una comunità di laici che vivono nel mondo, senza vita comunitaria, impegnati a seguire, ciascuno nella propria condizione sociale e professionale, i valori evangelici.

Il periodo bellico lo vide coinvolto, con gli amici La Pira, Dossetti e Fanfani, in ambiti culturali di maturazione ed elaborazione di un’azione politica nuova, in alternativa al fascismo, ispirata ai principî cristiani. Richiamato alle armi, in seguito all’armistizio dell’8 settembre, essendosi rifiutato di aderire alle formazioni fasciste della Repubblica sociale, fatto prigioniero dai Tedeschi, iniziò un lungo iter di due anni attraverso numerosi lager nazisti, impegnandosi in un’attività incessante di animazione culturale, civile e religiosa.

Tornato in patria, sollecitato a partecipare alla vita politica, fu eletto consigliere comunale di Milano e, in seguito, deputato all’Assemblea Costituente, ai cui lavori partecipò recando un prezioso contributo di appoggio agli amici La Pira e Dossetti, impegnati a sostenere i principî di solidarietà sociale e di attenzione al bene comune da inserirsi nella Carta costituzionale.

Il giardino che sarà intitolato a Lazzati

Il giardino che sarà intitolato a Lazzati

Spinto dagli amici e con l’avallo dell’arcivescovo Schuster, accettò la candidatura nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948. Rieletto deputato, alla vigilia della seconda legislatura repubblicana espresse però la sua ferma e «maturata decisione» di non ricandidarsi e di ritirarsi dalla vita politica, pur continuando a impegnarsi sul tema della formazione civile e religiosa dei laici.

Gli anni del concilio Vaticano II videro Lazzati particolarmente impegnato nell’approfondimento di temi quali il ruolo dei laici nella Chiesa e nella società e il rapporto Chiesa-mondo sulla base della costituzione conciliare Gaudium et spes. Le idee di Lazzati sull’esigenza della distinzione tra impegno religioso e impegno politico, pur nell’unità dei distinti, diventarono patrimonio comune dei cattolici democratici.

Il prestigio culturale e l’autorevolezza morale di Lazzati ebbero modo di manifestarsi anche nel mondo cattolico ecclesiale. Chiamato a coordinare i lavori preparatori e poi a dirigere, come vicepresidente, il convegno su Evangelizzazione e promozione umana (1974), favorì quella che Carlo Bo chiamò la «riscoperta del cristianesimo da parte dei laici». Libero, dopo il 1983, dagli impegni universitari, Lazzati dedicò gli ultimi tre anni della propria vita a ripensare il ruolo del laico cattolico nella società civile e nella vita politica, fondando con un gruppo di colleghi e amici l’Associazione «Città dell’uomo».

Morì a Milano il 18 maggio 1986 e, in occasione dei funerali celebrati in S. Ambrogio, l’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini ne rievocò la figura, il ruolo di «testimone e maestro di una laicità cristiana matura, intento a sviluppare una caratteristica via laicale alla santità». Infatti, Lazzati scrisse: «Vorrei trarre la prima nota della nuova spiritualità del laico cosciente della propria vocazione e chiamarla spiritualità creativa. È, in un certo senso, il recupero della sigla benedettina “ora et labora”».

Renata e Guido Stella