Maturandi a Oropa con i libri

Maggio 3, 2015 Categoria: ,

Dal 30 aprile al 3 maggio un gruppo di maturandi, accompagnato dalle docenti Sara Blandini e Vera Bondi, ha trascorso un periodo di studio nei pressi del Santuario di Oropa.

Uno dei partecipanti, Federico Rosa, di V Classico, ci ha inviato una riflessione sul senso di queste giornate.

Ho sempre avuto paura del buio da bambino; voglio dire, pensate a cosa si può nascondere in ciò che non vediamo: mostri, serial killer o fantasmi non aspettano altro che noi spegniamo la luce. Poi, con il tempo, questa paura è svanita, ma… da quando sono al Triennio, un’altra paura ha preso il suo posto: la Terza Prova.

oropa 1Insomma, immaginate cosa possiamo trovare in una prova simile: Eliot, Platone o un simpatico coseno dell’angolo formato da un lato con la tangente alla normale (esiste?), che non aspettano altro che noi, confusi dal frullato mentale appositamente creato, iniziamo a produrre fumo spaventosamente nero dalle orecchie.

Il prossimo mercoledì, però, queste due paure si fonderanno nella più terribile delle creature: la Terza Prova al buio (con estrazione delle materie, n.d.r.). Ma noi, quindici studenti del quinto anno assieme alle prof. Bondi e Blandini, armati di pazienza e tonnellate di libri e quaderni, abbiamo deciso di accendere la luce e di prepararci al meglio per il suddetto incubo e siamo andati al Santuario di Oropa.

Qui, nell’arco di tre giorni, ci siamo aiutati reciprocamente in tutto e per tutto, dal cucinare allo studiare, come tante piccole sorridenti formichine che provano a costruirsi un futuro. Il tutto con una parola d’ordine che ronzava in testa: studio.

Ma, si sa, nella vita sono necessari alcuni compromessi, così, quando Euripide si accingeva ad assassinare Matteotti e Fitzgerald aveva un seno pari a 2/3, capivamo che era arrivato il momento di staccare. Ci siamo riposati con il biliardo e le passeggiate nel bosco circostante con un clima da Eden… d’altronde, si sa, “lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero” diceva giustamente Aristotele.

oropa 3Tre giorni abbiamo impiegato per (iniziare a) preparare la sfida che tra poche ore ci attende. Di miracoli non ne facciamo, ma noi ce la mettiamo tutta, perché l’unico modo in cui si può uscire a testa alta, sia che si vinca, sia che si perda, è la consapevolezza di aver dato tutto ciò che si aveva.

In tre giorni ci siamo accorti che nessuno si salva da solo, le grandi azioni richiedono duro lavoro e cooperazione, insieme siamo tutti più forti, se uno cade gli altri lo rialzano, se cadiamo tutti assieme ci facciamo meno male, se vinciamo tutti assieme godiamo di più perché la felicità è totale solo quando è condivisa. In tre giorni abbiamo trasformato un raggruppamento in un gruppo, un gruppo che tende ad un unico obiettivo, si tiene per mano e corre unito. L’unione fa la forza, dicono; noi, come un branco di lupi affamati, questa Terza Prova al buio ce la mangiamo a colazione.

Ovviamente sperando che Arthur Bloch, creatore della Legge di Murphy, avesse torto: “L’ottanta per cento di un esame si basa sull’unica lezione a cui non sei andato, nella quale si parlava dell’unico libro che non hai letto.”

P.S. Nel frattempo, rientrato a Milano, io vado a pulire la mia, anzi, scusate, la nostra città. Perché forse noi saremo la Repubblica delle Banane, ma siamo sempre meglio della Dittatura degli Imbecilli.

Federico Rosa
V Liceo Classico