Liberi di credere

Dicembre 1, 2015 Categoria: ,

LA PROPOSTA

Il cinema è una porta; appena varcata, inizia una “soggettiva” verso un luogo altro che provoca il nostro modo di vedere e di sentire. Alla fine della visione talvolta ci si ritrova un po’ più stretti nella poltrona, perché abbiamo fatto spazio ad una domanda (di senso) che non era la nostra o che magari lo è stata in un tempo lontano. Da questo punto di vista il cinema appare davvero come lo strumento di comunicazione per eccellenza dei giorni nostri. E’ un mezzo capace di coinvolgere fantasie, bisogni di identificazione e curiosità dei ragazzi. Attraverso la sua fruizione è possibile: stimolare la riflessione e l’auto conoscenza, migliorare l’accoglienza di sé e dell’altro, favorire i punti di forza e stimolare la motivazione al cambiamento e alla crescita. E’ come una miniera di incommensurabile valore, poiché usa l’immaginazione, e, come diceva Einstein, l’immaginazione è più importante della conoscenza: la conoscenza ha un limite, l’immaginazione no. Da tutto questo nasce l’idea di dar vita a una piccola rassegna cinematografica che accompagnerà i ragazzi “del mercoledì del Leone” per le prossime tre settimane.

Il titolo del cineforum, Liberi di credere, dice che l’obiettivo non è dichiaratamente religioso. Convinto che le simboliche del sacro si annidano nelle arterie del profano, ho scelto film che non offrono risposte, ma pongono domande, lasciandole spesso irrisolte. La vera difficoltà, non solo per il cinema, sta casomai nella capacità di porle correttamente, anche perché le risposte stanno nel cuore delle stesse domande.

Attraverso i film si potranno toccare alcuni aspetti che caratterizzano la vita dei ragazzi. Si parlerà di amore, di sogni, desideri, del bisogno di credere e anche di non credere. Del futuro, del libero arbitrio e della quotidianità, quella che spesso appare come grigia e noiosa, in cui ognuno si ritrova ad essere “gli altri” e nessuno è più “se stesso”.

I FILM

Noi siamo infinitoMercoledì 2 dicembre si parte con “Noi siamo infinito”. Basata su The Perks of Being a Wallflower, il romanzo cult tra i giovani scritto da Stephen Chbosky, Noi Siamo Infinito è una storia profonda e coinvolgente sulle difficoltà di essere adolescente e di trovare il proprio posto nel mondo. Il cuore del film è la necessità di ognuno di noi di essere amato, di un amore vero, che non ti sfrutta, che sa apprezzarti per quello che sei, che sa valorizzare la tua diversità. Credo che il film possa aiutare a riflettere sulla nostra capacità di far sentire amati gli altri e delle conseguenze che questa nostra (dis)attenzione può comportare. Dualmente può far guardare dentro per capire quanta della nostra sofferenza può dipendere dalla solitudine e come possiamo affrontare il problema. Chbosky è sicuro che il fascino del film trascenderà l’età: “Guardando il film, un adulto potrebbe avere nostalgia di cosa significava avere quell’età. Un dodicenne che non ha ancora frequentato le scuole superiori potrebbe invece trovarvi una sorta di cartina indicativa. Qualcuno nel pieno di quegli anni potrebbe solo aver bisogno di capire che quello che sta vivendo è reale e che qualcun altro lo capisce. Io vorrei che una madre vedesse il film e si ricordasse l’essere giovane, e voglio che una figlia senta conferma di cosa significa essere giovani. Io voglio che entrambe sentano la necessità di parlarsi a proposito delle esperienze che hanno vissuto. Questo è tutto ciò che voglio”.

Una settimana da DioUna settimana da Dio”, proiettato mercoledì 9 dicembre,  non è un film comico o una commedia ironica e/o romantica. E’ un piccolo capolavoro di commedia riuscita: Jim Carrey è un giornalista fidanzato con Jennifer Aniston che crede di essere continuamente tormentato da Dio a causa delle sue continue sfortune col lavoro e nella vita quotidiana. Dio allora lo convoca nel suo ufficio e gli dona tutti i suoi poteri. (“Tu sei convinto che io non sappia fare bene il mio lavoro? Allora mostrami come lo fai tu!”). E’ il momento della svolta: da quel giorno, per una settimana, Jim Carrey sarà Dio in persona, con tutti i poteri e tutte le facoltà della Divinità. Ne accadranno di tutti i colori,  sia sul posto di lavoro che nella vita di coppia, con episodi esilaranti e colpi di scena. Il protagonista capirà quanto sia difficile essere Dio, riappropiandosi anche della sua quotidianità umile ma bella. Soprattutto capirà il senso del libero arbitrio, con la consapevolezza che l’amore non si impone ma si attende e si conquista, si coltiva e si rispetta. I temi del film sono certamente quelli attinenti al racconto comico e umoristico (durante il film si ride molto e di cuore), ma possono anche nascere riflessioni, dicevamo, sul libero arbitrio e sulla natura dell’Amore, su Dio e su quanto sia difficile per l’uomo rientrare nei criteri di giustizia di Dio.

L’ultimo film della rassegna, previsto per mercoledì 16 dicembre è “Un ponte per Terabithia”.
Un ponte per TerabithiaSiamo di fronte ad un film di una dolcezza e di una forza disarmanti, in grado di parlare un’infinità di linguaggi e di raccontarci anche i più tragici eventi senza mai farci scordare che, in fondo, stiamo vivendo un sogno, e non c’è nulla da temere realmente. Terabithia esiste, certo, ma esiste nella mente e nell’anima dei due protagonisti, spiriti liberi che non vogliono, non possono accettare il grigiore della vita quotidiana. L’amicizia che può cambiare la vita, la solidarietà reciproca e la sorpresa del dolore sono i veri effetti speciali del film. L’onirismo infantile autentico, la sua capacità di scoperta e di entusiasmo permeano il film di un clima sognante. È la vera fantasia la  protagonista del film, una forza che aiuta a fuggire dal banale, dalla scuola, dalla famiglia e, forse, dalla morte. L’attenzione del regista è puntata prevalentemente alle dinamiche familiari e scolastiche, all’interiorità dei due ragazzi, interpretati da due piccoli attori sensibili e convincenti, ottimamente diretti, di cui sono ricostruiti i caratteri che evolvono rapidamente comunicando emozioni autentiche. Un film semplice, pulito e toccante, lontano dal patetico anche nei momenti tragici, adatto soprattutto ai ragazzi, ma coinvolgente anche per gli adulti. Un vero film per famiglie. Non nuovo, si potrebbe obiettare, ma di un capacità comunicativa, leggerezza e intelligenza rare.

Non mi resta che augurare una buona visione a tutti!

Mariano Iacobellis SJ