Un gioco nel nome della legalità

Ottobre 26, 2016 Categoria: ,

Lunedì 24 ottobre, presso la sede palermitana dell’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe, si è svolto un importante seminario di studi intitolato La sfida di oggi: una democrazia partecipata, etica e solidale.

Si è trattato di un’occasione davvero significativa per riflettere e confrontarsi sul tema dell’etica civile in ambiti strategici come quelli della comunicazione, della formazione e dell’educazione. Obiettivo del seminario, infatti, è stato quello di dare visibilità e di valorizzare conoscenze che possano permettere di favorire la costruzione di processi di democrazia partecipata, etica e solidale.

Come scrive la sociologa norvegese Elise Boulding, cui si deve l’elaborazione della “Theory of Peace as an Everyday Process”, …le culture non si creano nelle sale dei parlamenti e nei palazzi presidenziali; si creano localmente e solo dopo si progettano nazionalmente. Per questo, le culture della mediazione e il costruire la pace devono iniziare localmente.

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Il gioco dei 100 passi

E’ proprio in quest’ottica che il seminario ha visto alternarsi contributi teorici ed esperienze e buone pratiche di cittadinanza attiva, di valorizzazione del territorio e di dialogo interculturale.

Tra i relatori spiccano i nomi della dott.ssa Nicoletta Purpura, direttrice dell’Istituto Arrupe, di padre Giacomo Costa S.I., direttore del periodico Aggiornamenti Sociali, e del prof. Antonio La Spina, docente di Analisi e valutazione delle politiche pubbliche presso la LUISS.

La nostra professoressa Gaia De Vecchi è stata invitata a presentare l’esperienza del Gioco dei 100 passi, un gioco elaborato lo scorso anno scolastico dai ragazzi della classe Terza Media E, con il quale il Leone XIII si è aggiudicato il primo premio nel concorso legato alla Giornata della Virtù Civile, organizzata dalla Fondazione Giorgio Ambrosoli.

E’ alle sue parole che lasciamo la testimonianza di questa importante giornata di lavori.

La giornata del 24 ottobre può essere definita, come indicato da padre Giacomo Costa, un momento “poliedrico”: pur nella diversità degli stili comunicativi, delle geografie di appartenenza, dei luoghi sociali dell’abituale operare… ho potuto riscontrare, nei partecipanti al Seminario, un’unità nella ricerca dell’umanità, a tutto tondo. In altre parole: tante facce di un’Italia che pensa, che opera, che esperisce e ritorna a confrontarsi e quindi a spendersi.

Padre Eraldo Cacchione con la prof.ssa Gaia De Vecchi

Padre Eraldo Cacchione con la prof.ssa Gaia De Vecchi

Ma le facce più belle che ho incontrato a Palermo sono state indubbiamente quelle dei ragazzi del collegio Gonzaga: grazie al Preside, padre Eraldo Cacchione S.I., il 25 ottobre ho potuto giocare realmente – con due classi Terze Medie e una Prima Superiore – al Gioco dei 100 passi.

Al di là del fatto che io per prima mi sono divertita davvero, credo sia importante, ancora una volta, sottolineare l’entusiasmo, l’empatia e la capacità di mettersi in gioco  – seppur nella diversità delle dinamiche tra i “miei” ragazzi milanesi e i ragazzi palermitani – dei “piccoli”.

“Si possono negare quasi tutte le astrazioni: la giustizia, la bellezza, la verità, la bontà, lo spirito, Dio. Si può negare la serietà ma non si può negare il gioco”, ha scritto J. Huizinga (Homo ludens).

Questi due giorni a Palermo sono quindi stati una conferma del mio quotidiano: l’importante non è giocare con la vita, ma giocarMI con e per i (solo apparentemente!) più “piccoli”.

Prof.ssa Gaia De Vecchi
Scuola Secondaria di I Grado