“Un sistema educativo che produce eccellenza”

Febbraio 6, 2018 Categoria: ,

Christina Helms, americana del Texas, lavora dal 2008 all’Istituto Leone XIII. Docente madrelingua inglese, riveste soprattutto il ruolo di Guidance Counselor per gli studenti liceali, ovvero li aiuta ad entrare nelle Università in Paesi stranieri. Il suo servizio, che lei stessa definisce “artigianale”, è molto apprezzato dalle Famiglie dell’Istituto, che si affidano a lei per la sua esperienza, le elevate competenze e la piena disponibilità.

Christina Helms

Christina Helms

Dunque è la persona giusta a cui rivolgersi per un approfondimento sul tema delle Università all’estero e per conoscere il suo punto di vista sul sistema di istruzione superiore in Italia e sulla nostra scuola.

In quali università all’estero sono i nostri ex-alunni?

Attualmente a Milano il Leone XIII è la scuola con il più alto numero di studenti ammessi nelle Università più prestigiose del mondo. Un cospicuo numero di Leoniani sta frequentando oggi corsi di laurea in autorevoli atenei degli Stati Uniti: Harvard, Yale, Stanford, ColumbiaUniversity of ChicagoPenn e Georgetown. Abbiamo studenti nelle principali Università d’InghilterraImperial College, Warwick, Queen Mary, University College London e altre; ma anche in Olanda e Lettonia.

Quali sono i requisiti per essere ammessi in una Università americana?

In primis lo studente deve avere un ottimo rendimento scolastico, risultati ragionevolmente alti agli esami di ingresso alle Università straniere (SAT o ACT).  Ma questo non è sufficiente di per sé, perché la selezione è davvero serrata e tutti i candidati sono forti dal punto di vista accademico. Alcune di queste scuole ammettono al massimo il 6% dei candidati che si presentano alle selezioni e in alcuni casi esiste un limite alle candidature internazionali riducendo ancora le possibilità.

Agli studenti è richiesto di scrivere un certo numero di testi, di includere nelle loro domande le lettere di raccomandazione di almeno due professori (in alcuni casi gli studenti possono inviare fino a 4 lettere); anch’io devo fornire un profilo scritto che parli di loro e del Leone XIII.

In cosa consiste il tuo lavoro?

Il mio lavoro è molto artigianale, connesso all’idea gesuita della cura personalis.
Lavoro su ogni aspetto della candidatura: traduco le lettere di raccomandazione e lavoro con gli studenti sul loro testo di presentazione. Cerco di armonizzare la domanda d’iscrizione in ogni aspetto, per fare emergere le qualità essenziali dello studente.  L’aspetto più rilevante del mio lavoro è preparare il loro profilo da inviare alle Università. Richiede una buona conoscenza dello studente, per poterne valorizzare i tratti più importanti in vista dell’eventuale ammissione. Talvolta questo implica un lavoro più specifico, con colloqui mirati con i ragazzi, ai quali assegno letture da discutere poi insieme, al fine di capire meglio quale sia la loro visione del mondo, quali i valori.

Comprendere le peculiarità di uno studente è davvero importante per un’Università americana. I reclutatori sono infatti sommersi da domande di studenti perfetti e le peculiarità che caratterizzano ciascuno sono quelle che permettono di emergere in mezzo a tanti, di farsi notare. Nel profilo cito anche le conversazioni che abbiamo avuto e porto alla luce i pensieri più originali degli studenti. Talvolta aggiungo un pizzico di ironia, per tenere alta l’attenzione di chi legge l’application (ne hanno circa 40,000!). Spesso mi trovo a spiegare nel dettaglio aspetti importanti del sistema educativo italiano e le differenze con quello americano.

Il profilo dello studente e la domanda di ammissione vengono valutati dal comitato di selezione delle Università, che può essere formato anche da 25 persone. Alla fine grazie al voto, viene presa la decisione.

Conoscendo ormai molto bene tanti sistemi educativi, qual è la tua opinione sul sistema scolastico italiano e in particolare la proposta del Leone?

Il professore in questa scuola riesce a far “gustare” la materia all’alunno (gustare nel senso ignaziano: far in modo che l’alunno scopra la bellezza dietro la materia). In questa scuola l’obiettivo non  è che lo studente impari a memoria come un robot e sostenga un esame tecnicamente perfetto, bensì lo si sprona a pensare con la propria testa, ad apprezzare la materia di studio.

Questo è un sistema che produce eccellenza. Rimango sempre ammirata dal fatto che i docenti del Leone, anche con i migliori studenti, abbiano un obiettivo più alto in mente. Ad esempio descrivono le interrogazioni degli studenti come se descrivessero una degustazione di vino o un’esperienza estetica: “mnemonico”, “sciolto”, “arido”, “spontaneo”, cercando la profondità e la raffinatezza intellettuale, che è d’altronde una caratteristica dei docenti e che si trasferisce, credo per osmosi, agli studenti, che qui non sono coccolati… ma il mix di dolcezza e rigore fa si che l’impegno sia la risposta naturale dei ragazzi.

Gli Italiani, come spesso succede in questa cultura, sottovalutano il proprio sistema scolastico, ma le Università americane ne hanno una buona considerazione e apprezzano la preparazione che c’è dietro questo sistema e, particolarmente, la ricerca dell’eccellenza presente nelle scuole dei Gesuiti.

Che pensano gli Americani oggi del Liceo Classico?

Le scuole americane sono particolarmente interessate al Liceo Classico, che è assolutamente in linea con la visione che si ha in America di un’educazione completa. A differenza di quello che pensano in tanti, le migliori Università americane non cercano robot pre -professionali. Avere solide fondamenta nelle discipline umanistiche sarà di grande aiuto. Inoltre, più esclusiva è una Università americana, più le materie umanistiche faranno parte del curriculumOmero, Eschilo, Virgilio… spesso rientrano nella formazione universitaria.

Consigli agli studenti la vita negli USA?

Spesso dico ai ragazzi interessati al “sogno americano” di cominciare ad apprezzare quello che hanno qui in Italia, dove c’è una forte tradizione, radici importanti. Potranno godersi il tempo che trascorreranno all’estero, se ammessi, ma sconsiglio di fare piani a lungo termine, che sono troppo vincolanti. L’indirizzo dei Gesuita sulla globalizzazione mi sembra molto adatto ai nostri tempi: porre l’umanità di ciascun individuo al di sopra delle culture e di qualsiasi altra cosa.

Questa preparazione per candidarsi ad una Università all’estero, cosa comporta per lo studente?

Per prima cosa è un’opportunità per riflettere sulla propria vita e i propri obiettivi. Gli scritti di presentazione, in particolare, richiedono molta riflessione e creatività. Inoltre gli studenti, preparando questi testi, curano bene l’inglese, sfruttando al meglio le proprie potenzialità, sforzandosi di andare oltre formule un po’ banali. Quei testi devono essere interessanti, per non pregiudicare le possibilità di ammissione, devono far intravvedere freschezza di idee, qualche barlume di genialità.  E questo influisce sulla scrittura in inglese, che si fa più personale, più lineare, più incisiva.

Cosa ti gratifica in particolare del tuo lavoro?

1. Lavorare con gli studenti che talvolta non eccellono, ma solo per mancanza di autostima. Vedere come riescono a superarsi è gratificante.
2. Leggere le raccomandazioni scritte da docenti del Leone: certe volte mi commuovono. Fanno osservazioni così acute e piene di umanità sui loro studenti!
3. Stabilire relazioni durature con gli studenti: taluni ancora mi chiamano e mi scrivono per raccontarmi come va la loro avventura, per condividere i loro successi.

Inoltre, spesso, studenti che provengono dal Leone per andare in scuole anglo-sassoni eccellono (Dean’s list, opportunità di scambi con altri college). Francesca P., ad esempio, diplomata al Liceo Classico, è arrivata ai primi posti nella sua ampia, ed estremamente competitiva, classe in Scienze Biomediche alla Queen Mary University di Londra. Il merito di questo lei lo dà al metodo di studio e alla disciplina acquisiti al Leone!

Rispetto ai ranking in Italia, qual è la tua opinione?

E’ completamente inadeguato un ranking che non tenga conto di tutti gli studenti che vanno a studiare all’estero, come fanno certe classifiche. Le Università raggiunte dagli studenti del Leone sono ormai tante e importanti. Il Leone è penalizzato per la sua eccellenza nelle ammissioni all’estero.

Che consigli daresti ad un alunno?

  1. Prendi la decisione di cogliere le opportunità che ti offre il Leone sia a livello intellettuale che spirituale. Prendi le materie seriamente, fai del tuo meglio e soprattutto abbi fiducia nei professori, mettiti nelle loro mani.
  2. Non scegliere il sistema educativo universitario americano come un “antidoto” al sistema italiano, ma come un complemento. Le basi che ti dà il sistema italiano ti aiuteranno sempre e ti renderanno forte.
  3. Preparati dal terzo anno per gli esami di accesso alle Università (SAT e ACT).
  4. Scegli un obiettivo che pensi sia irraggiungibile (9 in matematica per esempio) e rendilo il tuo scopo. Raggiungere un obiettivo che sembra impossibile può cambiare la tua vita!