Terza Media: primo (vero) esame
Giugno 27, 2025 Categoria: News, Home pageIn Italia quest’anno poco più di mezzo milione di ragazzi sta affrontando gli esami di terza Media; nella nostra scuola sono circa centotrenta.
Di questi studenti, giunti ad un passaggio importantissimo del loro percorso scolastico, si parla davvero pochissimo: eppure si tratta di ragazzi che, una volta concluso positivamente il terzo anno della Scuola Secondaria di Primo Grado, si mettono in gioco per la prima volta nella loro vita in un esame lungo e complesso, fatto di prove scritte – sono tre, ma su quattro discipline: italiano, matematica, inglese e francese – e di un colloquio orale, di fronte a tutti i loro insegnanti.
A questo appuntamento giungono con grande serietà e con un pizzico di paura, manifestano sentimenti complessi, si impegnano in prove tutt’altro che semplici e vivono con gli altri, con gli amici, i compagni, i docenti, le loro famiglie, un rito di passaggio decisamente importante.
Al Leone XIII, questo gruppo di studenti sta affrontando l’esame in una atmosfera tesa ma bella; i docenti hanno dedicato l’intero anno ad illustrare le forme e le richieste dentro cui ciascuno avrebbe dovuto dare il meglio di sé e i ragazzi hanno selezionato di mese in mese, attraverso uno specifico strumento (un “portalistini”), i materiali (lezioni, fotocopie, schemi, immagini) delle diverse discipline che potessero a loro giudizio avere attinenza con cinque grandi tematiche indicate dalla Commissione: libertà, progresso, conflitto, ambienti-popoli-culture ed essere umano.
E l’orale parte proprio da questo, cioè dal motivare perché a loro sono sembrate significative certe lezioni, oppure come mai sono stati colpiti da attività svolte a scuola o altrove, ad esempio nel corso di visite di istruzione; rientra così, in questa presentazione in cui sono chiamati ad esprimersi in maniera adeguata di fronte ad una commissione chiamata a giudicarli (ovviamente, con rispetto e l’affetto di chi con loro ha camminato), una parte non secondaria della loro autobiografia umana e scolastica.
E non è raro che, con passione e competenza, emergano riflessioni sorprendenti, e che studenti, magari timidi o incerti nel normale percorso in classe, riescano ad offrire qualcosa di nuovo di sé, una competenza che fa vedere, direi quasi toccare con mano, quel “di più” (magis) che è l’obiettivo alto e non banale della nostra pedagogia ignaziana.
L’esito, in tanti casi, è davvero che essi stessi si trovano di fronte a qualcosa di nuovo che li riguarda e parla di sé, percepiscono che sono cresciuti, arrivando a fare qualcosa che, magari, temevano di non sapere affrontare.
Come comunità di adulti dovremmo veramente essere felici con loro e per loro; non certamente perché hanno raggiunto una vera meta, men che meno perché hanno ottenuto risultati numericamente alti (sebbene anche questo accada) ma perché dentro questa condizione scomoda ci sono stati, hanno cercato come venirne a capo, hanno davvero mirato in alto, senza farsi sconti, senza cercare scorciatoie.
Guardiamoli, guardateli ancora una volta negli occhi: potranno raccontarvi di una vita che si sta aprendo, che si fortifica e si mette alla prova, che sperimenta qualcosa di vero. Anche loro, per davvero, sono maturati.
Prof. Luca Diliberto