Il Cammino: Francigena e Santiago

Oramai da quattro anni ai ragazzi delle quarte Liceo dell’Istituto Leone XIII di Milano è data la possibilità di percorrere il tratto finale del cosiddetto percorso francese del Cammino di Santiago de Compostela, lungo nella sua interezza oltre 900 chilometri.

Ai ragazzi delle terze Liceo, invece, è proposta l’esperienza analoga in Italia lungo la Via Francigena, nel tratto da Lucca a Siena.

In Spagna i chilometri percorsi, in sei giorni di cammino, sono i 170 finali, partendo da Villafranca del Bierzo e giungendo a Santiago dopo aver toccato le località di Fonfria, Samos, Potomarin, Palas de Rey, Arzua e infine Santiago. Passo dopo passo, affrontate le pendici del Monte O Cebreiro, il cammino si dipana tra le colline e i campi della Galizia, seguendo il duplice segnale della freccia gialla e della conchiglia. Lungo il percorso alcuni volti già dopo il secondo giorno si fanno familiari. I pellegrini che camminano allo stesso ritmo di passo e con le stesse mete negli ostelli lungo il pellegrinaggio diventano gli amici da salutare. E l’esperienza di internazionalità è impressionante.

Lungo il Cammino si incontrano uomini e donne di tutte le età e di tutte le provenienze: Europa, Stati Uniti, Cina, Giappone; tutti compagni accomunati dalla medesima ricerca di profondità spirituale. Alla bellezza dei luoghi si unisce inoltre un’esperienza di semplicità e sobrietà. Lo zaino deve essere leggero per non costituire un intralcio e la scoperta che basta poco per essere felici è inevitabile.

In modo analogo, partendo da Lucca la Francigena si snoda tra le colline toscane, con tappa a San Miniato, a Gambassi Terme, a Colle Val d’Elsa, per giungere infine a Lucca, dopo aver percorso circa 120 chilometri.

In questi anni la proposta del Cammino si conferma come un’occasione di crescita importante per gli alunni delle nostre scuole.

Il Cammino (sia che si svolga verso Santiago e lungo la Via Francigena) è una delle metafore più potenti per esprimere il mistero e la bellezza della vita, dello studio e della ricerca, della fede, del vivere insieme. Grazie a questa esperienza i ragazzi sono messi nelle condizioni di “riempire” di senso le parole “cammino”, “percorso”, “via”. Al termine del pellegrinaggio, esse non sono più parole vuote, ma costituiscono un’esperienza globale della persona, fisica, intellettuale e affettiva.

Nel Cammino i ragazzi imparano ad affrontare la fatica, le proprie paure e i propri limiti. Hanno il tempo e lo spazio per prestare attenzione a se stessi e ai compagni, a ciò che si muove nel loro cuore, alla bellezza del Creato intorno a loro, a ciò che la Parola di Dio smuove e comunica. I lunghi sentieri del pellegrinaggio si riempiono non solo di dialoghi, ma anche di silenzi fecondi.
I ragazzi imparano ad attraversare la fatica e le emozioni, non eliminandole, ma vivendole. E giungendo infine a Santiago provano a se stessi di essere capaci di grandi progetti, in una conoscenza realistica di se stessi che abbraccia le potenzialità, spesso ignote, e i limiti, spesso sovradimensionati. Il Cammino offre il tempo e lo spazio per riscoprirsi, con gli altri e grazie alle differenze sane che emergono.
Il pellegrinaggio permette di essere se stessi, in un modo diverso da quello quotidiano. In questa novità, Dio può fare breccia con una parola nuova per la persona.