Ospiti del Saint Ignatius College Preparatory di San Francisco

Dicembre 4, 2012 Categoria: ,

Continua il racconto della bella esperienza che i nostri Liceali stanno vivendo a S. Francisco dal 24 novembre.

Parole e immagini del prof. Paolo Tenconi, che accompagna i Leoniani.

“La prima settimana è trascorsa in un lampo: a scuola siamo ormai di casa, la città ci è più famigliare, con i suoi tram che si arrampicano lungo le strade ripidissime in mezzo alle villette sparse sulle colline, per poi infilarsi sotto terra e attraversare il centro commerciale, fitto di grattacieli e negozi di ogni genere. Abbiamo imparato a muoverci nel miscuglio multiculturale di San Francisco, a parlare con loro, a mangiare come loro: adesso sono meno “loro” di una settimana fa, ci sentiamo più vicini. L’unica nota stonata il tempo: da tre giorni diluvia, di tanto in tanto un forte vento dall’Oceano spazza le nubi e ci concede una tregua, persino un po’ di sole. Ieri abbiamo trovato riparo all’Accademia delle Scienze, vale a dire al Museo di Scienze Naturali del Golden Gate Park, dove ci siamo consolati assistendo alla colazione dei pinguini e simulando una scossa tellurica all’interno di un appartamento costruito allo scopo.

Alcatraz, braccio D, celle di isolamento e massima sicurezza

Fuga da Alcatraz. Sfruttando un’occhiata di sole abbiamo preso il mare. L’isola di Alcatraz si può raggiungere, infatti, in un quarto d’ora di navigazione dai moli di nord-est. Da lì si gode uno dei panorami più belli e suggestivi sulla città: lo sguardo può spaziare su tutta la baia, dal Golden Gate Bridge fino al Bay Bridge e alla skyline del centro, enorme paradosso per la sede di uno dei peggiori carceri di massima sicurezza degli Stati Uniti, reso famoso dalla presenza di malviventi più o meno noti, comunque considerati estremamente pericolosi. Dal 1963 Alcatraz non è più operativo ed è stato trasformato in un’attrazione turistica, ma le sue mura e le sue celle lasciano ancora un’impressione davvero agghiacciante. Ad ogni modo tranquillizzatevi: siamo riusciti a scappare e a tornare sulla terraferma, per concederci qualche cono di gamberi fritti da Bubba Gump.

Il St. Ignatius College Prep. Molto del tempo di questa settimana è stato comunque vissuto a scuola, frequentando le lezioni o vivendo la vita dei ragazzi e dei colleghi. Le prime cose che colpiscono sono l’enorme estensione del complesso e gli spazi dedicati allo sport.

I campi sportivi del St. Ignatius College

Questi ultimi sono davvero grandiosi: oltre alla piscina coperta, molto simile alla nostra, gli studenti possono utilizzare campi di atletica, da football e da soccer, tutti in materiale sintetico, o campi di allenamento in erba. La palestra del basket è dotata di un particolare sistema di tribune mobili e richiudibili che permette l’uso promiscuo dello spazio, vale a dire o come luogo sportivo o come la sede dei grandi eventi quali assemblee di tutta la scuola o feste di inizio e fine anno organizzate dagli studenti. Un particolare tappeto estensibile permette di non rovinare il prezioso lucidissimo parquet.

E’ bene tenere presente, tuttavia, che lo sport al St. Ignatius College Prep è esteso non solo negli spazi, ma soprattutto nella mente e nel cuore di giovani e adulti, famiglie, insegnanti, direttori della scuola. Tutti gli studenti frequentano un’attività sportiva tutti i pomeriggi nella scuola, subito dopo il suono dell’ultima campana delle 14.30, e l’impegno dei giovani che giocano nelle varie squadre viene tenuto in massima considerazione. Quest’attenzione allo sport, vale a dire alla crescita integrale e armonica della persona dal sapore decisamente ignaziano, trova ampio consenso nella società americana.

San Francisco Chronicle

Valga un esempio su tutti: venerdì sera la squadra di football americano del St. Ignatius ha giocato in trasferta a San José la finale regionale di categoria, battendo tra l’altro i rivali della Bellarmine High School (la scuola dei gesuiti nella vicina Silicon Valley) e aggiudicandosi l’accesso ai campionati federali di categoria. Un successo storico per il St. Ignatius, ma una goccia nell’oceano sportivo statunitense. Eppure questa partita è stata trasmessa in diretta su un canale californiano, in prima serata, con tanto di commentatori, statistiche e interviste dal campo.Sembrava la serie A del nostro calcio e invece si trattava di ragazzi! Eppure in questo modo tutta la scuola – anche quelli che non sono andati in trasferta e si sono seduti comodamente sulla poltrona di casa – ha potuto esultare all’ultimo touchdown di Elijah Dale, ragazzino dal fisico improbabile per il football, ma veloce come un fulmine ed eroe della serata… ma non solo! Le sue gesta sono state riportate persino dal San Francisco Chronicle di sabato mattina.

L’orario. Senza entrare nei tecnicismi scolastici e nella spiegazione di una divisione oraria un po’ complicata per i nostri riferimenti abituali, il St. Ignatius College Prep ha avviato quest’anno una sperimentazione davvero singolare, insieme all’inserimento obbligatorio dell’iPad in tutte le classi per tutte le lezioni. Ogni studente, infatti, usufruisce ogni giorno di un’ora libera (si chiama resource period) che può utilizzare per studiare in aree appositamente attrezzate o in biblioteca, per riposarsi e chiacchierare con i compagni, in specifiche aree di svago e riposo dove non si disturba chi vuole studiare, o per frequentare degli sportelli e recuperare quindi contenuti persi per assenze o per problemi legati allo studio. Convinzione di fondo della Direzione è che gli studenti, come i docenti, abbiano bisogno di uno spazio libero nel corso della giornata, spazio che ha soprattutto lo scopo di far crescere il senso di comunità, di appartenenza e di reciproco aiuto.

Aula di arte e disegno

Insomma, con questo stratagemma c’è in gioco niente meno che la cura personalis e un modo diverso di concepire la scuola tra docenti e studenti. All’inizio sono rimasto un po’ sorpreso dal numero abbondante di studenti in giro per la scuola, alcuni con una tazza di caffè in mano, altri seduti per terra spalle alla parete con il loro immancabile iPad sulle ginocchia, mentre nelle classi si svolgeva regolarmente lezione. Mi ha colpito soprattutto l’ordine e la serietà con cui questi momenti sono vissuti: non ho visto sbavature, fenomeni di disturbo o di scarsa educazione. I ragazzi giocano, parlano, mangiano, bevono, studiano, incontrano i docenti. Non vanno in cortile a fumare, semplicemente perché non fumano e a scuola, come in ogni locale pubblico, nessuno fuma, nemmeno in cortile. Ho appreso queste cose direttamente dai ragazzi: mi sono seduto con loro a chiacchierare diverse volte, in un paio di occasioni anch’io per terra a sbirciare nei loro iPad (mi hanno poi cortesemente aiutato a rialzarmi!). Mi ha colpito anche il fatto che ognuno di loro sapesse il mio nome (ovviamente Paolo, all’americana, e non Mr. Tenconi), dal momento che la scuola ha enfatizzato molto questo scambio: tutta la comunità del St. Ignatius ha partecipato in un modo o nell’altro alla nostra visita, tutti sono stati informati e si sono lasciati coinvolgere.

Biblioteca degli studenti

Una scuola ignaziana. Il senso di appartenenza di cui dicevo sopra è legato strettamente alla dimensione ignaziana della scuola. Vale a dire che tutti si sentono parte non solo di un edificio o di un nome, ma di una tradizione, fatta di valori antichi da riconiugare in termini moderni. Questo si può ottenere semplicemente indossando la felpa o la maglietta rosso e blu della scuola durante la S.Messa che viene celebrata tutti i venerdì mattina alla prima ora ed è parte dell’orario scolastico, una messa festosa accompagnata da un coro discreto, da un pianoforte e due violini. La preghiera occupa un posto importante nella vita quotidiana degli studenti del St. Ignatius: gli altoparlanti presenti in ogni classe e nei corridoi fanno riecheggiare tutte le mattine la preghiera organizzata dagli studenti. Ragazzi e insegnanti stanno in piedi ai loro posti, chi è in ritardo si ferma nei corridoi, gli addetti agli uffici fermano il loro lavoro e si alzano in piedi, il mondo si ferma per tre minuti tre, tutte le mattine: St. Ignatius, pray for us! E la giornata può cominciare.

Il profilo dello studente ignaziano

L’edificio scolastico è ricolmo di richiami alla vocazione ignaziana dell’educazione. Lo studente del St. Ignatius deve essere open to growth, intellectually competent, religious, loving, committed to justice, leader in collaboration. Questo impegno è riportato su cartelli affissi in tutte le classi e nei corridoi, per far sì che ad ogni passo studenti e insegnanti non dimentichino di essere parte di una realtà educativa del tutto particolare. Sei ideali che si ritrovano anche incisi nella pietra della terrazza degli studenti che domina i campi sportivi e da cui si possono scorgere a breve distanza le onde dell’Oceano Pacifico.

Non è facile capire in pochi giorni se e quanto questo sistema educativo, così diverso dal nostro, sia migliore, più efficace o invece semplicemente diverso. La questione non è questa: la cosa importante è che i nostri giovani vivano le differenze come una forma continua di arricchimento, come un modo per aumentare la loro capacità di discernimento e di giudizio.

Tramonto sull’Oceano

Un’altra giornata è finita e l’Oceano ci saluta con uno dei suoi tramonti spettacolari. La nostalgia di casa comincia a farsi sentire, ma abbiamo ancora giorni da vivere qui alla grande per cercare di capire ancora meglio il mistero che è partito da Loyola centinaia di anni fa e che ancora continua a tenere studenti, famiglie e docenti uniti ai rami delle scuole ignaziane che, oggi come ieri, offrono i frutti della loro esperienza e del loro lavoro ai giovani di tutto il mondo. AMDG – Ad Maiorem Dei Gloriam!”.