Pellegrini lungo la via per Santiago

Giugno 3, 2016 Categoria: ,
Raccomandazioni

1 giugno: indicazioni in aeroporto

Un folto gruppo di studenti di IV Liceo del Leone XIII quest’anno terminerà l’anno scolastico in modo inconsueto, ritrovandosi l’8 giugno a Santiago di Compostela dopo aver percorso a piedi 180 chilometri lungo la notissima via che attraversa il nord della Spagna.

L’iniziativa è nata da una richiesta degli studenti stessi, che hanno sentito il desiderio di vivere insieme un’esperienza di pellegrinaggio che è molto più di una prova fisica o di un’avventura.

Il primo giugno, dopo aver salutato i docenti e i compagni del Leone, zaini in spalla loro e i loro accompagnatori, padre Diego Mattei, la professoressa Francesca Argenti e il prof. Giulio Pini, i ragazzi si sono imbarcati sull’aereo che li ha condotti in Spagna.

Noi seguiremo le tappe del cammino aggiornando giorno per giorno questa news con appunti di viaggio e immagini.

2 GIUGNO: prima tappa, da Villafranca del Bierzo a Fonfria: 28 chilometri.

Titolo della giornata: Camminare è molto rock

Like a Rolling Stone: pietra che rotola non fa muschio.

Una giornata all’insegna del divertimento. La prima tappa del cammino è cominciata sotto i migliori auspici: un bellissimo sole, un gruppo affiatato, una natura incantevole.

28 km, 700 m di dislivello e la sensazione di appoggiarsi al bastone del pellegrino. Sulla fatica prevale il piacere dell’essere insieme: i passi sono scanditi da lunghe chiacchierate e da momenti di condivisione accompagnati da padre Diego.

Il cammino ti fa scoprire la bontà di sapori genuini, ti fa procedere con l’essenziale e ti fa apprezzare la grandezza nella semplicità.

L’immergersi nella ruralità di questa regione fa emergere il contrasto con la nostra vita e i nostri ritmi radicalmente legati alle dinamiche di una città travagliata come Milano, e anche questo contribuisce a riempire pienamente di significato la parola cammino.

La prima giornata si è conclusa con la S. Messa celebrata da padre Diego; ci auguriamo che i prossimi giorni sappiano reggere il confronto con un inizio così!

Edoardo Quai, Massimiliano Vescovi, Francesca Argenti

3 GIUGNO: seconda tappa, da Fonfria a Samos: 22 chilometri

Titolo della giornata: Tra Virgilio e il mal di piedi

Siamo partiti da Fonfria verso le 8:00 e dopo aver percorso i 22 chilometri che ci dividevano da Samos, siamo giunti a destinazione per l’ora di pranzo. Durante la camminata il gruppo si è riscoperto ancora più coeso e armonioso di ieri. Lo sfondo del nostro cammino ricordava un paesaggio in bilico tra il Signore degli Anelli e i Canti di Ossian, pareva quasi di trovarsi in una foresta incantata. Lungo il cammino abbiamo trovato viveri e bibite lasciate apposta per i viandanti, quasi un segno del destino.

Accanto a un albero che da 800 anni guarda i pellegrini perseguire la loro meta, un’anziana signora teneva un cesto di bulbi che avrebbe piantato lungo il muro del cammino, solo e soltanto per donare bellezza a chi passava.
Eppure il meglio doveva ancora venire.

La sorpresa, tanto decantata dal professor Pini la scorsa notte, si svelava davanti ai nostri occhi: un magnifico monastero nella foresta che è stato il luogo privilegiato nel quale abbiamo trascorso il pomeriggio tra silenzio, condivisioni e Messa.

Oltre a ciò, quello che davvero ci ha toccato il cuore sono stati i paesaggi, e lì la nostra mente non ha potuto far altro che rivolgersi alla nostra professoressa Irene Augello. A lei dedichiamo il pezzo più bello del nostro reportage:

Cara professoressa,
oggi l’abbiamo sentita particolarmente vicina a noi, quasi come se lei fosse effettivamente qui a camminare. Il verde dei monti, la tenera brezza che ci accarezzava i volti, il dolce suono che i freschi corsi d’acqua generavano nella nostra immaginazione romantica e la tenera quiete che l’ombra materna delle frasche verdeggianti donava al nostro animo contemplativo. Noi, oggi, eravamo la natura. Il nostro spirito formava un connubio con il mondo circostante.
Come Virgilio contemplavamo e godevamo della pace che dominava quel luogo, magico e ameno, quasi bucolico. E proseguendo sul sentiero capivamo, entravamo anche noi in un mondo incantato fatto di paesaggi verdi e di natura dai tratti idilliaci, proprio come la descriveva Virgilio.
Sì, ma Virgilio non aveva male ai piedi.

Andrea Casalegno e Pietro Arsi

4 GIUGNO: terza tappa, da Samos a Portomarin: 38 chilometri

Titolo della giornata: Iron-man, pull-man  e l’ospedale da campo

Ore 5:00: suona la sveglia. Per alcuni impavidi pellegrini del gruppo oggi la camminata è cominciata a quest’ora, accompagnati semplicemente dall’oscurità della notte e da una pioggia pizzicante. Nella nostra mente abbiamo ben fisso il punto di arrivo. I primi chilometri sono stati ardui, qualche dubbio cominciava a sorgere, poiché ognuno di noi aveva la consapevolezza della sfida che stava affrontando, e, al tempo stesso, ci si palesava tra i pensieri l’immagine dei compagni rimasti in ostello a dormire.

Però continuavamo il nostro percorso, e, passo dopo passo, la forza cresceva, ci sentivamo più vicini all’obiettivo che ci eravamo prefissati. Qualcuno potrebbe chiedere: perché fare una fatica ulteriore quando si potrebbe risparmiarsi per lo meno una parte? La risposta è semplice ma non scontata: quando siamo giunti in ostello, stremati e con le gambe che faticavano a sorreggerci, abbiamo sentito nel cuore la pienezza di essere stati in grado di superare i nostri limiti e di aver conquistato questa tappa senza timore e rinunce.

Ore 6:30: il team pull-man si sveglia grazie al suono di un gallo, che già dalle cinque del mattino non rinunciava ad avvertirlo che il sole era già sorto. Nella stanza tra assonnati, zoppi e raffreddati regna l’entusiasmo generale nella possibilità di percorrere i dodici km, che il team iron-man stava percorrendo a piedi, grazie all’ausilio di un pullman. Obbiettivo della missione: riuscire a fare colazione con cappuccino e brioche prima dell’arrivo dell’autobus delle sette e trenta e riuscire a raccogliere mutande e asciugamani, che il team iron-man nel buio della mattina aveva lasciato indietro.

Una volta in viaggio si apre davanti ai nostri occhi la natura incontaminata e selvaggia della Galizia, ed ecco che neanche dopo cinque minuti si può scorgere lungo il bordo della strada un gruppo affiatato di “peregrinos”: erano i nostri impavidi compagni, un po’ provati in viso, ma determinati e affiatati nel proseguire il cammino e raggiungerci al punto di ritrovo. Dopo esserci ricongiunti tutti insieme a Sarria, e i camminatori  appena arrivati aver compiuto una sostanziosa colazione, abbiamo proseguito lungo il cammino, decisi a continuare verso la meta, per altri quindici chilometri. All’una soddisfati, stanchi e soprattutto affamati, per ristabilire il buon umore, abbiamo pranzato tutti assieme. Tuttavia, non tutti sono riusciti a proseguire. Tre dei pull-man, a causa di infortuni vari, hanno dovuto dirigersi verso “l’ospedale da campo” in taxi, per essere in grado di riprendere il cammino a piene forze nei giorni successivi. E così  due ore e mezza dopo l’arrivo degli infortunati in ostello a Portomarin, anche l’altra parte del gruppo, fresca di altri dieci chilometri, è arrivata a destinazione sana e salva. Un lago incantevole si estendeva sotto i loro occhi. La soddisfazione, immensa.

Federica Praderio ed Eleonora Novelli

5 GIUGNO: quarta tappa, da Portomarin a Palas de Rei: 25 chilometri

Titolo della giornata: Keep calm and walk in the fog

(You’ll never walk alone)

I pellegrini proseguono per la loro via avvolti nella nebbia. Si parte da Portomarin. Il piede sprofonda nel fango, le ginocchia si piegano forzate, il muscolo contratto stringe nella gamba, la schiena ritirata schiva lo zaino.

Gli infortunati si mostrano a macchie e dopo dieci chilometri si vede già la prima vittima. L’atmosfera ricorda una scena horror. I pellegrini si domandano: chi sarà il prossimo? Si procede lenti, ogni passo pronunciato e sentito. Il ritmo costante accende alcuni animi instancabili, che ondeggiano a suon di musica. Si dice stia nascendo un nuovo trend: i pellegrini lo chiamano Disco-Argenti.

Nel frattempo molti ragazzi s’ingegnano nel cercare tecniche che allevino la fatica. Le compagnie di cammino si sdoppiano e vedono sempre nuove e svariate combinazioni; gli zaini pendono in ogni direzione: sulla schiena, sul petto, sul lato. Le conversazioni tentano di divergere dagli argomenti più popolari: piedi, sudore e arti doloranti. Giovani sognatori inseguono il sogno americano (non meglio precisato).

Il pranzo risolleva gli animi e una catena di massaggi salva la giornata. I pellegrini ripartono con grande spirito e la meta si avvicina rapidamente. Mancano dieci chilometri, ma ormai per i nostri avventurieri sono pochi, al pensiero degli interminabili quaranta del giorno precedente. E anche oggi, raggiunto Palas de Rei, il gruppo viene premiato con un sole splendente. L’unico ultimo desiderio è una doccia fresca (e ovviamente la Messa, al tepore del sole).

Caroline Ghisolfi e Vito Gigliano

6 GIUGNO: quinta tappa, da Palas de Rei ad Arzua: 33 chilometri

Titolo della giornata: Happy Birthday, Jack!

Un compleanno lungo 33 chilometri.

Oggi è stata una giornata molto speciale: uno di noi ha compiuto 18 anni sul cammino!

Di seguito l’intervista al festeggiato:

1) Che sensazione hai provato questa mattina? Eri felice di festeggiare questo importante traguardo insieme a noi e in questa occasione?

Appena mi sono svegliato, per il fatto che sarei diventato maggiorenne ero molto emozionato. Sono stato felicissimo di aver passato il mio 18º compleanno qui durante il cammino di Santiago con tutti i miei amici.

2) Quanto è difficile la vita da bomber? (n.d.r. Jack, come tutti sanno, fa tanti goal a calcio)

Beh allora, come dice Bobo Vieri, la vita da bomber bisogna guadagnarsela. No, a parte gli scherzi, ognuno può diventare un bomber come me seguendo la strada giusta.

3) Cosa ha reso speciale questa giornata?

Durante le prime ore di cammino padre Diego ha dato il via ad una Messa speciale: una Messa di due ore celebrata camminando. Ci ha dato l’occasione di riflettere dialogando con gli altri, immersi nella natura.

4) Qual è stato il momento più difficile oggi?

Sicuramente il momento più difficile è stata l’ultima salita ma per fortuna la presenza di un baracchino con la sua freschissima frutta è riuscito a darmi energia.

5) Quale il più emozionante?

Il momento più emozionante è stato alla pulperia. Lì, dopo aver assaggiato il tipico polpo della Galizia, ho ricevuto una “festa a sorpresa” con tanto di torta e un “intonatissimo” coro di auguri.

6) Quale il più divertente?

A cena i miei gentilissimi amici hanno organizzato alle mie spalle un bel “caricone” (n.d.r. robuste testimonianze d’affetto). Quindi mi hanno portato fuori e, pensando di dover stendere i vestiti sudati della giornata, ho ricevuto “qualche” scappellotto.

7) Sei orgoglioso di te e dei tuoi compagni di cammino? Perché?

Sì, sono molto orgoglioso del gruppo con cui sto trascorrendo questa piacevole esperienza perché, nonostante l’appartenenza a diverse sezioni, siamo molto uniti e affiatati. Siamo pronti ad aiutarci in ogni occasione, dal prestare un cerotto al portare uno zaino di un compagno in difficoltà.

8) Sei carico per l’ultima tappa, nonostante l’insonnia dei festeggiamenti?

Eh, è dura la vita da bomber!

Intervista di India Colombini e Francesco Ferrero

7 GIUGNO: sesta e ultima tappa, da Arzua a Santiago, 44 chilometri
8 GIUGNO: Santiago e rientro a Milano!

Titolo: Sweet home Santiago!

44, se non di più, i chilometri percorsi oggi, 7 giugno, da Arzua a Santiago. Un gruppo che non ha mollato un momento. Entusiasmo, forza, determinazione. L’arrivo alla Cattedrale è stato emozionante per tutti. In una giornata così vorremmo far parlare ciascuno dei ragazzi, e scegliamo di farlo così:

Durante il Cammino ho scoperto….

…il vero dialogo con me stesso. Massimiliano Vescovi

…a farmi conoscere con sincerità dagli altri. Federica Praderio

…una fatica rigenerante. Edoardo Quai

…che tutti hanno qualcosa da insegnare. Federico Salerno

…l’importanza che hanno i sogni e le aspirazioni di ognuno. Alessia Nannetti

…la tinta viola di ali di farfalla e la profondità del discorso. Luca Ceraolo

…il valore di alcune persone e l’importanza dell’amicizia. Alessandro Disertori

…che spesso i limiti che ci poniamo non sono reali. Francesca Ferrero

…che è più saggio un viaggiatore di un anziano. India Colombini

…il piacere di fermarsi. Andrea Casalegno

…quanto è bello non aver paura, amare e fidarsi. Chiara Calastri

…che ci sono anch’io. Pietro Arsi

…uno sguardo. Vito Gigliano

…la semplicità e la forza di volontà. Federico Berton Giachetti

…il colore di un paio di occhi. Edoardo Amoroso

…chiese e piazze molto carine  in vari luoghi; sono molto  riconoscente. Matteo Zanelli

…le meraviglie che nasconde la forza di volontà. Caroline Ghisolfi

…come ascoltare la natura. Eleonora D’Atti

…come aiutare gli altri nei momenti di bisogno. Eleonora Novelli

…che anche se mi troverò da sola non lo sarò mai veramente. Sofia Carabellese

Durante il cammino ho ritrovato libertà. Giacomo Mazzi

Complimenti ragazzi!

Santiago!

Santiago!